Il ritorno dei Linkin Park che non sapevamo di aspettare
C’è qualcosa di speciale in “From Zero”, qualcosa che va oltre la musica. È un viaggio di ritorno alle radici, un modo per abbracciare il passato e, allo stesso tempo, ridefinire il futuro. Dopo sette anni di silenzio e la perdita devastante di Chester Bennington, i Linkin Park hanno trovato una nuova voce e una nuova anima per continuare a raccontare la loro storia.
Perchè From Zero?
Questo album non è solo una collezione di canzoni; è una dichiarazione di rinascita. La presenza di Emily Armstrong, con il suo timbro intenso e graffiato, non sostituisce Chester, ma aggiunge una dimensione diversa, quasi viscerale. Brani come “The Emptiness Machine” ti trascinano dentro una tempesta di emozioni, tra malinconia e determinazione. Le chitarre di Brad Delson tornano a graffiare come ai tempi di Hybrid Theory, mentre lo scratching inconfondibile di Joe Hahn riporta quel sapore nostalgico che i fan non hanno mai dimenticato.
Eppure, c’è qualcosa di nuovo qui. “From Zero” non si limita a suonare come un tributo al passato. È audace, con arrangiamenti più puliti e un’apertura verso sonorità pop che forse un tempo avremmo pensato impossibili. Ma dietro ogni ritornello o riff c’è il cuore pulsante di una band che ha sempre saputo trasformare il dolore in arte.
From Zero è un ritorno pieno di richiami al passato dei Linkin Park
Non è un ascolto facile. Ogni traccia sembra portare con sé i fantasmi del passato, ma anche una luce nuova, una speranza che si fa strada tra le macerie. I Linkin Park non sono tornati per essere gli stessi di prima; sono tornati per ricordarci che, anche dopo il vuoto, c’è spazio per ricominciare.
“From Zero” è un invito a ricostruire. Per loro, per noi, per chiunque abbia mai sentito la musica come un rifugio.
Se volete, buon ascolto.